E ADESSO, DOPO LA MARCIA, CHE SI FA?

"Con la scuola per il futuro" hanno urlato 4000 studenti a Piacenza.
È così! Perché questo sciopero era contro il riscaldamento globale e NON contro la scuola.
Perché quelli che non hanno "ritenuto importante aderire" sono da RIMANDARE a settembre, perché l'importante non era solo essere alla marcia, ma riconoscere il problema e fermarsi a riflettere tutti, tutti gli studenti del mondo, anche in classe, sui cambiamenti climatici che colpiscono davvero pure il territorio piacentino: dall'assenza di neve che significherà siccità per la nostra agricoltura e restrizioni d'uso domestico tra qualche mese, alle raffiche di vento che stravolgono i nostri centri abitati, alle piogge improvvise e alluvionali che annegano e distruggono, e a tanto altro.

Perché la scuola ha il dovere di fornire COMPETENZE e trasmettere il senso civico e di appartenenza alla comunità di cui si è parte e pure ARTEFICI. L'educazione ambientale non va vista come una "materia da insegnare", è uno STILE di vita.

Perché la scuola dà le istruzioni per l'uso di cui però, nel quotidiano, i ragazzi non ritrovano riscontro né COERENZA.
Perché a scuola ci insegnano della bicicletta, della sua meccanica e della sua storia, ma ad imparare a pedalare lo fa la famiglia, e la possibilità di farlo in sicurezza su vere piste ciclabili deve essere fornita dall'ente locale!

Perché a scuola si impara a non inquinare l'aria che se "sporca " fa ammalare, ma poi il servizio di trasporto pubblico è spesso inefficiente e i blocchi del traffico sono una presa in giro .

Perché quelli che denigrano gli studenti presenti al corteo, sostenendo che erano lì "per marinare la scuola", sbagliano. Avevano aderito 76 classi (1900 persone circa) e invece di teste PENSANTI ce n'erano quasi 4000 (dati Questura), in un corteo pacifico, senza ristoro, sotto il sole, tutti ad ascoltare le richieste e le proposte dei loro coetanei, fino alla fine.

E adesso che si fa?
Adesso ci si rimbocca le maniche, tutti!

Ci sono già richieste eco-logiche dei giovani da trasformare in realtà "dai grandi".
Le istituzioni, definite giustamente "fossili viventi" perché attuano ancora politiche del passato, basate sulle fonti fossili, li ascoltino.

Se a scuola si perdesse meno acqua con sanitari efficienti, se l'energia elettrica non venisse sprecata inutilmente, se si facesse una raccolta differenziata adeguata, se i genitori avessero valide alternative per non accumularsi (e stressarsi) in auto davanti alle scuole dei figli, le amministrazioni farebbero solo i loro compiti e, sono sicura, verrebbero promosse!

Perché i giovani sono INESPERTI MA NON STUPIDI e ci guardano. E non possiamo permetterci di dare ancora il cattivo esempio.

Sara Pellizzari, socia e componente del Direttivo Sara Pellizzari

E da venerdì di ambiente e clima se ne parla molto!

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