Prendendo in considerazione l’enorme quantità di plastica che viene prodotta dalle industrie ogni anno, l’ammontare di questo materiale nei nostri ambienti sale a livelli inimmaginabili: secondo uno studio dell’università della California, dal 1950 ad oggi sarebbero state prodotte circa 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, di cui solo il 9% è stato riciclato; ciò significa che circa 7,5 miliardi di tonnellate sono state destinate alle discariche, bruciate o disperse nell’ambiente, come testimonia l’isola di plastica creatasi nell’oceano Pacifico e grande tre volte la Francia.
È il settore del packaging quello che assieme ai contenitori monouso e alle comuni bottigliette, ha incrementato la produzione di plastica negli ultimi anni, provocando un eccessivo accumulo di questo materiale dall’utilizzo effimero, ma con un periodo di degradazione sproporzionato.
La plastica si riduce nel corso degli anni tramite processi di disgregazione in sezioni sempre più piccole, le cosiddette “microplastiche’’ e rilasciando le varie sostanze tossiche provenienti dalla sua produzione. Se essa viene quindi dispersa nell’ambiente, le componenti nocive e le microplastiche andranno a contaminare tutto l’ecosistema, dalle falde acquifere al suolo, compresi tutti gli esseri viventi che vivono in quel luogo. Studi recenti hanno evidenziato traccia di microplastiche anche nelle risorse idriche di cui ci approvvigioniamo quotidianamente.
IN EUROPA
Con la Direttiva Europea sulla plastica monouso di aprile 2019, l’Europarlamento ha formalizzato l’accordo che propone che il divieto di utilizzo, a partire dal 2021, dei prodotti per i quali esistono alternative – oltre che a posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande e aste dei palloncini – sia esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile ed ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso. Nel caso dei prodotti monouso per i quali, invece, non esistono alternative, gli Stati membri dovranno mettere a punto piani nazionali, con misure dettagliate, per ridurre significativamente il loro utilizzo, da trasmettere alla Commissione entro due anni dall’entrata in vigore della direttiva.
IN ITALIA
Il progetto Plastic Free lanciato dal Ministro dell'Ambiente Sergio Costa è un’iniziativa che punta ad eliminare la plastica usa e getta, grave fonte di inquinamento ambientale. La campagna Plastic Free Challenge è stata lanciata mesi fa dal Ministro dell’Ambiente sulla scia della Strategia Europea per la Plastica, varata nel gennaio 2018.
IN EMILIA ROMAGNA
Secondo dati ARPAE, la plastica compone circa il 7% dei rifiuti solidi urbani differenziati (1 milione e 35 mila tonnellate di raccolta differenziata all’anno): ne risulta che circa 72.450 ton di plastica vengono differenziate ogni anno.
Va ricordato tuttavia che di questa quota raccolta solo una parte può essere effettivamente riciclata, e che la massa di plastica non differenziata è probabilmente molto significativa.
PROGETTO PIACENZA PLASTIC FREE
A Piacenza stiamo lavorando a un progetto che si propone di sensibilizzare gli esercizi commerciali sulla riduzione graduale e successiva eliminazione della plastica, per quel che possibile, dal loro commercio, adottando pratiche lavorative più ecologiche, dall’uso di stoviglie biodegradabili o riutilizzabili, all’acquisto di prodotti senza imballaggi o all’eliminazione di alimenti monoporzione, con la speranza di riuscire a trasmettere queste abitudini anche ai cittadini privati.
Stiamo cercando esercizi interessati, sponsor per le spese necesssarie e l'appoggio di partner a partire dalle amministrazioni locali.