FRIDAYS FOR FUTURE 2021

19 marzo Giornata Mondiale per il Clima….

I giovani attivisti di Fridays For Future tornano nelle piazze, virtualmente, nella giornata mondiale per il clima. Lo fanno per denunciare l’inerzia di chi ha la responsabilità di governare e per chiedere che i fondi del Next generation Eu vengano investiti in politiche per ridurre drasticamente (2030) e azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050.

Quali sono gli strumenti per cambiare davvero le cose a Piacenza?

Occorrerebbe una pianificazione urbanistica finalmente degna di questo nome: partecipata, dotata di strumenti tecnici adeguati, con due obiettivi fondamentale: la preminenza dell’interesse pubblico e consumo di suolo zero. Rifiuti: riduzione della produzione, raccolta differenziata spinta, tariffazione puntuale e recupero delle materie residue. Energia: riduzione dello spreco energetico, rilancio delle rinnovabili e delle comunità energetiche (altrochè fusione….). Mobilità: attuazione in tempi brevissimi delle misure previste dal Piano della Mobilità Sostenibile da poso approvato dal Comune di Piacenza.

Tuttavia, intanto che si invoca un nuovo paradigma per il futuro, le amministrazioni si stanno muovendo in direzione ostinata e contraria, verso l’autorizzazione di nuove aree logistiche sparse nella provincia, senza alcun collegamento con il mezzo ferroviario; nuovi anacronistici scavi nella miniera di Albarola, con migliaia di camion che trasportano gli inerti dalla Val Nure al cementificio della val d’Arda; autorizzando nel Parco del Trebbia, presso il bitumificio, il trattamento di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali, come era stato ampiamente previsto nel 2015 dagli ambientalisti; tagliando alberi intorno a Caorso per realizzare una nuova recinzione intorno alla centrale (il famoso green field promesso?). Le lanche rimaste del Po e gli ultimi saliceti naturali vengono progressivamente eliminati dagli agricoltori senza alcun tipo di controllo, nonostante che tali aree ricadano nel Sito di Importante Comunitaria e addirittura nel MAB (Man and Biosphere) Unesco. E potrei continuare per intere pagine….

Conclusione: non c’è stata ma ancora non c’è alcuna consapevolezza del rapporto fra le decisioni attuali e i cambiamenti climatici di cui tutti - a parole - si dicono preoccupati.

Non credo che questi problemi possano essere risolti da coloro che li hanno creati per cui l’unica speranza va riposta nelle nuove generazioni, nella loro capacità di studiare, approfondire, trovare soluzioni sostenibili e…contare di più!

In vista della giornata di domani, considerato che le proposte anche locali per il NGEU rischiano di riguardare tutto tranne che il potenziamento della natura e della biodiversità e considerato che l’occasione offertaci dall’Europa è irripetibile, mi permetto di avanzare alcune proposte che avrebbero ricadute straordinarie, non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico:

  1. Piano di riforestazione nel capoluogo e lungo le autostrade (coinvolgendo le stesse autostrade e le società maggiormente impattanti sull’inquinamento della città: inceneritore, centrale termoelettrica e cementificio).
  2. Rinaturalizzazione delle vasche dell’ex Eridania a Sarmato.
  3. Realizzazione di una pista ciclabile lungo la Val Trebbia fino a Bobbio, con accesso controllato agli spazi fluviali.
  4. Realizzazione di un sentiero di collegamento fra il bosco di Croara nel Parco del Trebbia, l’ex polveriera di Rio Gandore, l’ex polveriera di Cantone e il sentiero del Tidone.
  5. Rinaturalizzazione delle aree interne e immediatamente esterne alla centrale di Caorso, anche con il contributo della SOGIN.

Idee naif? Tutt’altro; chi lo pensa è davvero fuori dalla realtà, non capisce il rapporto fra natura, bellezza e benessere di cui abbiamo tutti un crescente bisogno e che spinge sempre più persone a camminare e a ricercare nel contatto con essa la risposta ai propri bisogni profondi.

Proposte che hanno il pregio di essere pronte e di avere un costo limitato rispetto alle ricadute di carattere turistico e naturalistico che produrrebbero.

Se la comunità locale non è pronta oggi per impiegare le risorse economiche, culturali e umane disponibili per dare almeno un segno di inversione di rotta come riusciremo ad essere credibili verso i nostri figli?