RIFLESSIONI SULLA MOBILITA’

METROPOLITANA DI SUPERFICIE PIACENZA OVEST

Su Libertà del 10 marzo 2020 si legge una notizia apparentemente marginale e di carattere localistico: “Sarmato, nuova vita per la stazione dei treni sottopasso per il secondo binario e restyling”.
Se allarghiamo però un po’ lo sguardo e colleghiamo questa notizia a quella del progetto di sottopassaggio nella stazione di Castelsangiovanni (e relativa pista ciclabile per il polo logistico) e al successo della campagna di promozione per l’utilizzo della tratta S.Nicolò-Piacenza nel periodo di chiusura del ponte di S. Antonio, si potrebbe ragionevolmente sperare in un futuro di rilancio della linea ferroviaria a Ovest di Piacenza.
Rilancio che Legambiente non ha mai smesso di sollecitare, a partire dal Progetto di Sistema Metropolitano di Superficie presentato nel lontano 2006, nell’ambito del Piano Stategico Piacenza 2020.
Tuttavia, per creare le condizioni affinchè i pendolari preferiscano il treno all’automobile bisogna fare ben di più e più velocemente! Occorre che aumenti la frequenza dei treni, aumentino i posti disponibili per i parcheggi (anche di bici e moto), occorre un’integrazione (anche tariffaria) ben più spinta fra treno e autobus a Piacenza e così via. Se vogliamo davvero che il Piano dell’Aria (PAIR) abbia qualche possibilità di raggiungere gli obiettivi che si propone, e se vogliamo evitare i rischi di procedure d’infrazione dell’Europa per l’inquinamento atmosferico, occorre che la Regione riveda il Contratto di Servizio con Trenitalia e gli obiettivi del PRIT, Piano dei Trasporti che la Regione deve ancora approvare.
Per fare tutto ciò è fondamentale il ruolo di stimolo degli amministratori locali. Plaudiamo alle iniziative dei Sindaci di Castelsangiovanni, di Sarmato e di Rottofreno a favore del trasporto ferroviario, ma riteniamo che occorra un’azione ben più incisiva, a cominciare dalla Sindaca di Piacenza, che in fase di approvazione del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), potrebbe giocare un ruolo fondamentale.
In un contesto dove il tema sanitario diventa sempre più problematico e urgente, dove le strutture di prevenzione e cura dimostrano purtroppo la loro fragilità, di fronte ai rischi prodotti dall’inquinamento e dalle nuove minacce di contagio globale, bisogna essere in grado di cambiare i paradigmi di comportamento e di decisione abbandonando la facile abitudine allo sguardo di breve periodo per investire risorse e idee che aprano prospettive sostenibili per le generazioni future. Dobbiamo sfruttare la crisi attuale per cambiare. Non è impossibile, anzi è obbligatorio!

Questa lettera è stata pubblicata su Libertà del 15 marzo 2020 leggi