Ecosistema urbano è il report annuale sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo che tiene conto di 18 indicatori distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Nel 2021, in quello che doveva essere l’anno della lenta ripresa post COVID-19 e della messa in campo di interventi concreti, i capoluoghi di provincia confermano la tendenza di stallo degli anni precedenti. Poco propensi a migliorare le proprie performance ambientali, sono paralizzati da alcune emergenze urbane ormai croniche.
I valori di smog tornano lentamente a crescere, il parco auto resta fra i più alti d’Europa, pochi miglioramenti sul fronte del trasporto pubblico, torna a salire la produzione di rifiuti prodotti, per quanto riguarda le perdite idriche rimangono all’incirca costanti le città dove più del 30% dell’acqua viene dispersa.
Pochi i capoluoghi che hanno puntato davvero sulla sostenibilità ambientale, Piacenza si conferma al 44°posto su 105. I dati del 2021 fotografano una città ancora ferma, in una cronica emergenza ambientale da cui non sa uscire, ancora troppo l’inquinamento, troppi i rifiuti prodotti, le auto, lo spreco di acqua. Ferme le rinnovabili, la raccolta differenziata, il trasporto pubblico, bene invece le ciclabili, anche se non in sicurezza, il numero di alberi presenti.
LA SITUAZIONE DI PIACENZA:
5 posizioni guadagnate rispetto allo scorso anno, 44esimi, con una media del 55,9 punti su 100 rispetto al 49esimo dello scorso anno, con 54.5 punti , un piccolo passo in avanti certamente positivo che di fatto però ancora non modifica la situazione della nostra città, che da anni naviga tra le posizioni a metà classifica dei 105 capoluoghi di provincia, in una “vecchia e cronica Normalità” che neanche la crisi scoppiata con la Pandemia è riuscita a smuovere. Nulla tornerà come prima era la frase più usata per indicare la necessità di un cambiamento ambientale, sociale ed economico ma dai dati presi da questa edizione di Ecosistema Urbano,relativi al 2021 per Piacenza non sembra essere andata così.
Ancora una volta è mancato quel cambio di passo coraggioso che l’emergenza energetica, ambientale e sociale da anni presente, imporrebbe, incapaci di ripensare in modo nuovo l’organizzazione e la forma della città e dei quartieri, il modo in cui le persone e le merci si spostano, le politiche di riduzione dei rifiuti , affrontando con decisione l’inquinamento che attanaglia da decenni la città e l’intasamento ormai insopportabile delle auto .
A Piacenza la transizione ecologica c’è ma è troppo lenta perchè fino ad oggi le varie Amministrazioni che si sono succedute non hanno posto il tema ambientale\energetico al centro delle priorità, quale sfida rispetto ai cambiamenti climatici che nei prossimi anni cambieranno radicalmente la qualità della vita dei Piacentini e questa estate ne abbiamo avuto un chiaro segnale. Per questo auspichiamo e chiediamo alla nuova Amministrazione di accettare questa sfida, tutt’altro che facile ma improrogabile, trasformando Piacenza in un laboratorio di cambiamento urbano dove poter immaginare di vivere in un futuro vicino ad emissioni zero, con poche auto, pochi rifiuti, tanti mezzi pubblici e biciclette, una Smart City ricca di parchi ed aree verdi, viva di negozi di vicinato, mercati rionali e luoghi di incontro pubblici, capace di reinventare i propri spazi, strade, piazze e quartieri senza consumare nuovo suolo ed energia, una città ad economia circolare con le proprie radici immerse nel territorio che la circonda e lo sguardo rivolto all’innovazione ambientale e tecnologica.
I PARAMETRI ED I SINGOLI GIUDIZI
Guardando i 18 parametri che sono stati scelti quest’anno per valutare la qualità del territorio quello che emerge è in generale una cronica staticità della maggior parte dei parametri, con alcuni peggioramenti determinati dalla ripresa economica post crisi covid che ha di fatto riportato ad una crescita dei consumi e quindi ad un aumento del traffico, dell’inquinamento e dei rifiuti prodotti ed alcune, poche punte di eccellenza. In generale permangono comunque le solite importanti aree di criticità, aria, produzione dei rifiuti , mobilità pubblica, consumi di acqua, verde urbano disponibile ed alcuni settori di eccellenza , depurazione acque, perdite di rete, raccolta differenziata e rete ciclabile con però alcuni punti interrogativi e numero di alberi per 100 abitanti.
-La qualità dell’aria continua ad essere il grande punto critico ed emergenziale che ci caratterizza da anni La media annuale dell’NO2 è peggiorata , passando dal 23 del 2020 al 25 del 2021(passiamo infatti dal 55° al 67° posto a livello nazionale e 5°in regione a pari merito con Parma, la media della concentrazione annuale delle PM10 peggiora passando al 29,50 dal 28 dello scorso anno facendoci guadagnare un 85°posto della classifica nazionale rispetto al 71esimo dello scorso anno, con 45 sforamenti sui 35 concessi(2° in Regione), siamo all’80imo posto per le PM2,in peggioramento rispetto al 2020 (69esimi) , mentre l’ozono resta come sempre il parametro peggiore, tra gli ultimi a livello nazionale (90°) con 62 sforamenti, in lieve miglioramento rispetto agli 75 del 2020 e secondi in Regione, peggio di noi solo Cesena.
Risulta evidente che l’emergenza ambientale e sanitaria della pessima qualità dell’aria di Piacenza va affrontata con un cambio di passo radicale rispetto al passato, applicando da subito le misure previste dal PUMS, il piano della mobilità sostenibile, accelerando gli step sui parcheggi scambiatori e tutta la parte sulla ciclabilità, ampliamento Ztl e zone pedonali per ridurre l’incredibile numero di automobili e camion che circolano ogni giorno in città e nelle aree della logistica,oltre a maggiori controlli delle emissioni delle industrie inquinanti presenti in città e degli impianti di riscaldamento.
– Siamo ancora maglia nera per la produzione di rifiuti, ultimi al 105 posto con una produzione di 824,1 chili pro capite l’anno, i peggiori anche in Regione, mentre resta buono ma decisamente migliorabile il risultato della raccolta differenziata che nel 2021 si assesta al 67,65% (dato al netto delle frazioni non recuperabili, mentre la percentuale di R.D. comprensiva di tutte le frazioni raccolte ammonta al 71,0% -dato regionale) 40esimi in sede nazionale e sesti in Regione
Occorre quindi non fermarsi e volare ben più in alto, introducendo rapidamente il porta a porta spinto sui rifiuti in tutta la città ed il sistema a tariffa puntuale per arrivare al 80-85% di differenziata a breve, ma soprattutto occorre drasticamente ridurre la produzione di rifiuti prendendo accordi con la grande distribuzione per diminuire gli imballaggi e favorire i prodotti sfusi, con i grandi produttori di rifiuti, ospedale in primis e mense, per ridurre l’usa e getta.
–Il trasporto pubblico va potenziato e migliorato per renderlo concorrenziale all’uso dell’automobile, sebbene nel 2021 ci sia stato, rispetto al 2020 un miglioramento sia nei viaggi per abitante all’anno, 79,46 rispetto ai 75 del 2020 , (18esimi a livello nazionale e terzi in regione) sia per l’offerta che passa dai 24 km-vettura/abitante/anno, ai 26,68(36esini in Italia e 5 in Regione). Restano comunque troppe le auto circolanti senza alcuna variazione da anni (62 ogni cento abitanti, 30esimi ) ed un indice di incidentalità molto alto peri a 7,11 morti e feriti per mille abitanti (tra i peggiori,90esimi nella classifica nazionale e secondi in Regione) . Occorre rivedere radicalmente il sistema del trasporto pubblico, aumentare le corse, cambiare i mezzi, troppo vecchi ed inquinanti, rivedere tutti i percorsi, dare ai Piacentini un valido sostituto dell’auto.
-Le isole pedonali restano scandalosamente al palo da almeno 10 anni, 0,60 Mq\ab. se pur secondi in Emilia e 16imi in Italia, come lo scorso anno, mentre occorrerebbe il coraggio di pedonalizzare tutto il sistema delle piazze del centro storico, liberandolo dalle auto ed ampliare la ZTL.
-Fattori di eccellenza restano da sempre il settore della depurazione dell’acqua, con il 98,2% delle utenze servite(terzi in regione), poche le perdite di rete, il 21,6% (15imi)ma in peggioramento rispetto al 2020 (18,90%) – comunque sempre primi in Regione . Purtroppo però continuiamo a consumare ancora troppa acqua per usi domestici , 171,8 litri , da anni i più sciuponi dell’Emilia Romagna ed 81esimi a livello nazionale. Occorrono quindi campagne informative sui sistemi di risparmio.
– resta buona la situazione della disponibilità di piste ciclabili ma con alcuni elementi di contraddittorietà. A fronte di un minimo aumento delle piste ciclabili, 18,89 metri equivalenti ogni 100 abitanti di piste, dato in aumento rispetto al 2020 (18,82) che ci collocano quinti in Regione come nel 2019 e 21esimi in sede nazionale, scontiamo una rete solo in minima parte su sede propria (separata fisicamente dalla corsia stradale) a cui si aggiunge una manutenzione della rete da migliorare fortemente In tutto sono 77,40 i KM di rete ciclabile comunale, di cui però la maggior parte su marciapiede ad uso promiscuo senza delimitazione e solo in minima parte in corsia riservata e in sede propria . Auspichiamo che la nuova Amministrazione parta quanto prima con quanto correttamente programmato nel PUMS, aumentando le ciclabili in sicurezza e collegando i tratti mancanti per creare un sistema interconnesso e quindi offrire maggior sicurezza ai ciclisti, evitando l‘intollerabile parcheggio selvaggio delle auto sulle piste “suggerite”
-La quantità di metri quadrati di verde urbano per abitante continua ad essere molto bassa e ferma da anni a soli 27,2 mq, per abitante, 43esimi in sede nazionale come lo scorso anno e, settimi in Regione. Decisamente migliorata è invece la quantità di alberi ogni 100 abitanti , passata da 8 nel 2020 e 2019 a 62 nel 2021, frutto probabilmente di interventi di riforestazione , abbiamo chiesto però a Legambiente nazionale un approfondimento sul dato. Al di la però dei dati numerici resta evidente che , visto la situazione dell’inquinamento in città ed i cambiamenti climatici in corso, occorra aumentare le aree verdi, piantumare nuovi alberi, e soprattutto creare vere e proprie aree di forestazione urbana intorno alla città , impedendo ogni iniziativa di privati che intenda costruire nuovo residenziale o commerciale su aree verdi cittadine, come gli ex orti di Via Campesio e Via Morigi o via Rigolli.
In sunto, dalla fotografia di ecosistema urbano 2022(dati 2021), al di la dei numeri, Piacenza risulta una città ancora troppo ferma dal punto di vista ambientale, una locomotiva a vapore, che non riesce a trasformarsi in un Freccia Rossa, spingendo sull’acceleratore per adeguarsi alle nuove necessità determinate dai cambiamenti climatici in corso, facendo seguire alle parole i fatti, per cambiare il volto della città.
Ora più che mai, serve un impegno diretto della nuova Amministrazione ad attuare politiche ambientali di lotta ai cambiamenti climatici in ogni campo, dalla mobilità all’efficienza energetica, dai rifiuti, al consumo di suolo ed al verde urbano attraverso un’alleanza vasta e trasversale che metta in rete tutti gli attori del territorio, categorie economiche, amministratori, associazioni, cittadini per un nuovo rinascimento urbano della città.